A chi appartengono le foreste, e come sono gestite?

Authors: Gerhard Weiss (EFI Forest Policy Research Network), Bernhard Wolfslehner (EFI), Ivana Zivojinovic (EFI Forest Policy Research Network).

Le foreste europee appartengono a circa 16 milioni di proprietari pubblici e privati. Nell'UE, circa il 60% della superficie forestale è di proprietà privata e il 40% di proprietà pubblica.

Le foreste demaniali sono di proprietà di amministrazioni comunali, regionali o nazionali. Le foreste private possono appartenere a tipologie tradizionali, non industriali di proprietari, come famiglie, aziende agricole, comunità rurali, chiese e patrimoni aristocratici. Fra i proprietari privati industriali figurano aziende forestali produttrici ad esempio di cellulosa e carta. Vi sono inoltre tipologie specifiche, non del tutto pubbliche né private, come le foreste di proprietà comune di abitanti del luogo o le aziende agricole che risalgono a forme storiche di proprietà o vengono attivate da movimenti sociali.

Nel complesso, le dimensioni delle proprietà variano da meno di un ettaro a qualche milione di ettari. Quasi il 90% delle proprietà forestali private ha tuttavia dimensioni inferiori a 10 ettari, e molte sono ancora più piccole. Il reddito generato dall'uso delle foreste si distribuisce fra un grande numero di famiglie e singoli individui all'interno della società (a differenza, ad esempio, di quello prodotto da risorse quali il gas o il petrolio).

A seguito della diversità delle situazioni storiche, giuridiche e sociali, la ripartizione fra proprietà pubblica e privata presenta notevoli variazioni in Europa. Nell'Europa settentrionale il 70% circa delle foreste è ad esempio di proprietà privata, mentre nell'Europa orientale e meridionale circa il 90% è di proprietà pubblica. La proprietà privata è nettamente prevalente nell'Europa occidentale, mentre in quella orientale vale il contrario (vedere la Figura 1). Vi sono inoltre notevoli differenze per quanto concerne l'ampiezza dei diritti di proprietà riconosciuti dalla giurisprudenza nazionale in materia, con un gradiente che va da una maggiore libertà di gestione delle foreste per i proprietari dell'Europa occidentale a maggiori vincoli giuridici nell'Europa orientale.

Alcuni sviluppi politici e sociali, come le variazioni strutturali dell'agricoltura, l'urbanizzazione, i cambiamenti degli stili di vita, le restituzioni e le privatizzazioni avvenute dopo la caduta della cortina di ferro nel 1989, nonché il decentramento, hanno dato luogo a variazioni dei modelli di proprietà. Quando le piccole aziende agricole vengono cedute, i terreni agricoli vengono di solito venduti ad altri agricoltori, mentre le foreste rimangono spesso di proprietà delle famiglie, e possono finire per appartenere a persone estranee al mondo agricolo e con stili di vita urbani. La restituzione dei terreni nazionalizzati ai loro proprietari precedenti ha costituito un cambiamento di rilievo (e ancora in corso) in alcuni Paesi dell'Europa orientale. Nei Paesi baltici si osserva una privatizzazione delle foreste demaniali.

 

Figura 1. Distribuzione della proprietà pubblica e privata delle foreste in Europa (rosso: fortemente privata; giallo: fortemente pubblica) (Pulla et al, 2013).

Vi sono inoltre differenze sostanziali negli obiettivi e nelle motivazioni della gestione forestale da parte dei proprietari. Ciò dipende dalle dimensioni del bosco, dal legame dei proprietari con i loro beni e dalle loro preferenze relative ai valori economici, ambientali e sociali, nonché dalla loro flessibilità nel rispondere alle tendenze dei mercati. È inoltre probabile che esercitino un effetto di rilievo la situazione e le infrastrutture a livello regionale (ad esempio la presenza di un'industria locale che usi il legname). Nel loro complesso, tutti questi fattori influiscono sul modo in cui le foreste vengono gestite e sui prodotti e i servizi forniti alla società.

Mentre i proprietari forestali pubblici gestiscono le loro foreste generalmente in modo attivo e in funzione di obiettivi politici, sociali e commerciali, le foreste di proprietà privata, specie se di piccole dimensioni, presentano un ampio ventaglio di forme di gestione. Queste possono spaziare da una partecipazione attiva sui mercati all'autosussistenza basata sui prodotti forestali, alla preservazione delle foreste come riserva per investimenti familiari, a motivazioni altruistiche o all'assenza di qualunque forma di gestione. A coloro che possiedono proprietà molto piccole, in particolare, mancano spesso le conoscenze, le competenze, le capacità e l'interesse per la gestione forestale.

Un altro aspetto di rilievo è costituito dall'urbanizzazione dei proprietari, alcuni dei quali hanno legami minimi o nulli con le loro foreste, e possono vivere a grande distanza dalle stesse o non sapere neppure di esserne proprietari. Questo vale sia per i Paesi dell'Europa occidentale (ad esempio nel caso di foreste ereditate da persone che vivono in aree urbane), sia per quelli dell'Europa orientale, nei quali i proprietari di foreste restituite spesso non hanno alcun legame con le proprietà riacquisite. Mentre è disponibile un buon livello di conoscenza del comportamento dei proprietari tradizionali di foreste, nella maggior parte dei Paesi si conoscono in misura molto più limitata le motivazioni e le preferenze specifiche di altre tipologie di proprietari di foreste.

Al crescere della frammentazione della proprietà forestale, aumenta l'importanza (e la difficoltà) di raggiungere i proprietari delle foreste per stabilire obiettivi strategici comuni in relazione alle stesse. La frammentazione dà spesso luogo a una certa inefficienza economica nella gestione delle foreste (per i maggiori costi di raccolta e transazione),disincentivi agli investimenti in pratiche forestali sostenibili e maggiori problemi di gestione associati alla fornitura di servizi ecosistemici come fauna selvatica, acqua, opportunità ricreative e protezione del suolo. La gestione congiunta da parte di associazioni forestali private, le iniziative di certificazione forestale e il supporto da parte di servizi di consulenza possono tuttavia ovviare a tali svantaggi. La diversità dei proprietari di foreste è inoltre un fattore di ricchezza, poiché un mosaico di approcci gestionali può migliorare la resilienza delle foreste e la biodiversità a livello paesaggistico, contribuendo a fornire un insieme maggiormente diversificato di servizi ecosistemici forestali.