Authors: Marcus Lindner (EFI), Hans Verkerk (EFI)
Il clima sta cambiando e le temperature globali sono ormai superiori di oltre un grado rispetto ai livelli preindustriali. Oltre alla tendenza al riscaldamento, risultano amplificati gli eventi meteorologici estremi e altre perturbazioni, spesso correlati al cambiamento climatico.
Di recente, e in particolare nelle estati degli anni 2018 - 2020, le foreste europee sono state interessate da fenomeni di grave siccità, da una rapida espansione delle infestazioni da parassiti delle cortecce e da vari altri focolai di fitopatie e parassitosi. Negli ultimi decenni i danni alle foreste causati da eventi e perturbazioni estremi, nonché dalle interazioni fra queste ultime (come l'insorgere di focolai di parassiti delle cortecce dopo eventuali danni causati da tempeste o siccità) sono aumentati, e si prevede che si intensificheranno a seguito del cambiamento climatico. Si tratta di una sfida di rilievo per la gestione futura delle foreste.
Il cambiamento climatico e gli eventi estremi ad esso associati influiscono già sulla crescita e la stabilità delle foreste europee. È stato osservato un aumento della crescita delle foreste nelle regioni settentrionali dell'Europa e ad altitudini maggiori nelle aree montuose (ad esempio con variazioni del limite della vegetazione arborea in tali aree). In Slovacchia e in Belgio è già stata segnalata una crescita arborea negativa, ad esempio di abeti e faggi. Sono state osservate in misura crescente riduzioni della crescita indotte dalla siccità in corrispondenza dei limiti idrici di diffusione delle specie arboree, ad esempio nel sud della Svizzera o della Spagna, ma anche in foreste temperate di pianura dopo la siccità del 2003. Le foreste sono particolarmente vulnerabili in corrispondenza dei limiti termici e idrici di diffusione delle specie arboree, dove l'intensificazione degli effetti negativi della siccità e i rischi di incendi boschivi sono particolarmente elevati e non sono disponibili altre specie arboree sostitutive.
La siccità verificatasi nell'Europa centrale fra il 2018 e il 2020, eccezionale per durata e intensità, ha avuto impatti drasticamente maggiori di quelli precedenti, dando luogo a una mortalità diffusa di specie differenti. Essa ha causato lo scoppio di un'epidemia su larga sala e senza precedenti di parassiti delle cortecce, che ha interessato in modo particolare le foreste di abeti norvegesi impiantate nell'Europa centrale, fuori dal loro areale originario. Tale evento ha dato luogo ad abbattimenti di salvataggio su oltre un milione di ettari. La mortalità indotta dalla siccità ha inoltre interessato varie altre specie, fra cui faggio e pino silvestre, all'interno dei loro areali originari, e in parte anche foreste originarie di abeti in aree montuose.
Ne sono conseguiti fenomeni di saturazione dei mercati del legname e crollo dei relativi prezzi, con perdite economiche per molti proprietari di foreste, specialmente nella Repubblica Ceca, in Austria e in Germania.
È probabile che in Europa la crescita boschiva e la composizione di specie arboree cambieranno in futuro, ma è difficile prevedere l'entità e, in parte, anche la direzione di tali variazioni. Tale difficoltà è dovuta a una serie di incertezze di fondo relative ai seguenti aspetti:
- livello del riscaldamento climatico nel XXI secolo. È possibile che l'entità degli impatti futuri aumenti qualora il non si raggiungano gli obiettivi dell'accordo di Parigi.
- evoluzione futura degli eventi estremi in un clima che cambia. Alcuni eventi estremi recenti sono stati causati da variazioni dell'andamento della circolazione meteorologica globale. Non si conoscono le modalità di ricorrenza di tali variazioni, né l'entità del loro eventuale peggioramento al protrarsi del cambiamento climatico.
- effetto dell'aumento dei livelli di concentrazione di CO2 nell'atmosfera e suo impatto sull'efficienza di crescita delle foreste e di utilizzo dell'acqua. L'aumento dei livelli di concentrazione di CO2 nell'atmosfera stimola la crescita delle foreste con una leggera riduzione dell'assorbimento di acqua. È tuttavia probabile che le interazioni con altri fattori di limitazione della crescita (nutrienti e acqua) ridurranno tali effetti in futuro.
- effetti combinati delle variazioni della produttività e degli impatti delle perturbazioni. È possibile che il cambiamento climatico migliori la produttività delle foreste negli anni caratterizzati da condizioni climatiche medie, ma che tali aumenti vadano perduti o si invertano a causa di perturbazioni più intense o frequenti.Occorre pertanto interpretare congiuntamente gli effetti del cambiamento climatico sulla produttività e sull'andamento delle perturbazioni. Per l'UE, tali valutazioni quantitative integrate non sono disponibili.
- capacità di adattamento dei proprietari di terreni, degli alberi e degli ecosistemi forestali. Le specie e i genotipi prevalenti a livello locale diventano sempre più inadatti. Sono disponibili solo conoscenze limitate sul modo in cui gli alberi sono in grado di adattarsi a nuove condizioni climatiche prossime ai loro limiti fisiologici.
La rapidità e l'ampiezza attuali del cambiamento climatico eccedono la velocità naturale di migrazione delle specie arboree. Per consentire l'esistenza futura e la gestione sostenibile delle foreste occorre pertanto una gestione attiva. Tali obiettivi possono ad esempio essere conseguiti tramite l'impianto o la semina artificiali di genotipi o specie meglio adattati ma al momento non disponibili in loco (la cosiddetta “migrazione assistita”).